Dopo troppo tempo lontana dai fornelli a causa dei mille impegni, stasera non ho resistito e nonostante la stanchezza ho indossato il grembiule, mi sono versata un calice di vino e ho mi sono rilassata cucinando.
La ricetta, come sempre, è facilissima, non prevede lunghe e complicate preparazioni, ma necessita di ottime materie prime. Gli ingredienti sono solo quattro (acqua, sale e pepe a parte ovviamente): spaghetti, sardine essiccate del lago d’Iseo (tra poco le mangio anche a colazione 🙂 ), germogli e olio extra vergine di oliva.
Mi permetto di dilungarmi un pochino su ciascuno.
Gli spaghettoni naturalmente sono Benedetto Cavalieri, come più volte detto, non trovo eguali in questo formato: hanno un diametro extra, sono ottimi anche solo con un filo d’olio perché hanno il sapore del grano, sono ruvidi e diventano un tutt’uno con il condimento.
Che aggiungere della sardina? Penso di aver già scritto tutto ma forse è il caso di ripetere un’informazione perché pubblicando la foto in Instagram mi hanno chiesto se nel Lago d’Iseo ci sono le sardine. Domanda più che lecita. Non si tratta di sardine ma di agoni, noi locali comunemente le chiamiamo sardine semplicemente per la somiglianza al pesce azzurro e così fa anche Slow Food che ne ha fatto un proprio Presidio, leggete qui se siete curiosi.
I germogli? Una scoperta e una risorsa, sempre. Stasera ho usato dei germogli misti di lenticchia, fagioli e ceci ma ne ho provati moltissimi. Hanno due grandi punti di forza: hanno tutti un sapore delicato ma ben contraddistinto e sono belli da vedere cosa importantissima per chi considera la presentazione di un piatto molto importante.
L’olio extra vergine di oliva. Per questa ricetta ho provato l’olio umbro dell’azienda Moretti Omero di Giano dell’Umbria. Le cultivar utilizzate sono moraiolo, frantoio e leccino ed una piccolissima percentuale di S. Felice, una varietà autoctona. Profumo vegetale e piccantezza media lo rendevano ideale per valorizzare i germogli di legumi.
Chi è arrivato a questo punto ha fame e sete quindi ecco la ricetta e l’abbinamento che non è ne con Franciacorta (dopo cinque giorni di Vinitaly me lo concedo da sola), ne con birra (anche se qualche ideuzza mi è venuta in mente). Stasera Barolo, ideale anche per il secondo di carne.
La ricetta!
Ingredienti per quattro persone:
400 g di spaghettoni
8 filetti di sardine essicate
200 g di germogli di legumi
olio extra vergine di oliva
sale e pepe nero
Portare a bollore abbondante acqua, salarla e buttare la pasta. Nel frattempo tagliare a listarelle i filetti di sardina e farli saltare per tre minuti a fuoco alto con un filo d’olio. Aggiungere i germogli.
Dopo 12 minuti di cottura, scolare gli spaghetti ed unirli al condimento insieme ad un mestolo o due di acqua di cottura. Ancora due minuti a fiamma alta e sono perfettamente al dente.
Impiattarli aggiungendo una macinata di pepe nero e un filo d’olio.
Come anticipato ecco il vino: Barolo Bricat 2009 di Giovanni Manzone, piccola azienda (le bottiglie prodotte sono in totale 50.000) di Monforte d’Alba. Questo Barolo viene prodotto con le uve provenienti dalla Vigna Gramolere, ed esattamente dalle piante esposte a sud. La macerazione avviene per 35-40 giorni a 28-31°C e l’invecchiamento metà in botte e metà in tonneux per 36 mesi. Al naso rivela un profumo ampio, penetrante e persistente con note di more e mirtillo. Il colore è rosso rubino con note granato. Il sapore è complesso, elegante con un tannino vellutato che lo ha reso adatto ad accompagnare la pasta.
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