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Immagine del redattoreArianna Vianelli

La cioccolateria Vestri di Arezzo

Una delle realtà che più mi hanno colpito durante il #caccialterritorioblogtour è stata sicuramente la Cioccolateria Vestri. Suppongo che questo sia stato determinato dalla mia ignoranza in materia: certo amo il cioccolato ma non mi ero mai posta nessuna domanda sulla sua lavorazione nonostante ben sapessi che le tavolette non crescono sugli alberi.

La famiglia Vestri produce cioccolato lavorando le materie prime da principio, cioè dalle fave di cacao. Grandi sacchi di chicchi giungono ad Arezzo da Santo Domingo e dal Venezuela per essere lavorati e trasformati in tavolette, praline e cioccolatini.


Ecco i sacchi di cacao pronti per iniziare la loro trasformazione.


Ho avuto l’onore di assaggiare un seme di cacao e sinceramente ho storto il naso appena messo in bocca: la consistenza è legnosa e l’aroma di cacao non è forte come si potrebbe pensare. La curiosità cresce a a questo punto: ma come può una tavoletta nascere da questo?

Ecco come.


Le fave vengono tostate e successivamente macinate per separare il seme dalla buccia.


Dopodichè i semi vengono versati nel mulino insieme allo zucchero (di canna) per ben tre volte per trasformare gli ingredienti in pasta.


La pasta viene poi messa nella conca: per almeno 12 ore viene mescolata, più ore di lavorazione in questa fase significa meno acidità nella lastra, che altro non è che il risultato finale che poi viene declinato in mille leccornie.


Dopo aver scoperto tutto questo abbiamo avuto la fortuna di degustare alcuni cioccolati.


Nell’ordine: una fava  di cacao tostata origine Santo Domingo Vista Alegre (io dopo quella assaggiata nel laboratorio ho sinceramente saltato 🙂 ), un Napolitain origine Madagascar, Napolitain Vista Alegre origine Santo Domingo, Napolitain origine Venezuela e un superlativo cioccolato speciale al sesamo e sale dell’Himalaya (prodotto con zucchero bergois non raffinato).

Oltre ai gran cru e gli speciali anche le praline. Qui si passa proprio al godimento allo stato puro. Dalla fetta d’arancia al cremino, dal mini wafer alla scorzetta di limone, dal cioccolatino al gelsomino a quello ripieno di ganache al basilico.

Una curiosità: qualcuno (la Signora Vestri per l’esattezza) afferma che il cioccolato faccia dimagrire e che faccia molto bene alla salute. Se siete scettici sul primo punto potete invece avere tanto di numeri e studi scientifici che confermano il secondo. Negli Stati Uniti infatti è stato predisposto un test in vitro per misurare il potere antiossidante dei cibi. Questo test si chiama ORAC, acronimo di Oxigen Radicals Absorbance Capacity, così come la scala con la quale si può quantificare questo potere antiossidante degli alimenti.

Sapete cosa c’è al primo posto? Ebbene sì, il cioccolato (minimo 70% di cacao): 100 g hanno un valore ORAC di 13.120.

Vi ricordate questa scena di Forrest Gump? Io ce l’ho in testa dalla prima battuta per questo post 🙂


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