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Immagine del redattoreArianna Vianelli

Crema di zucca e zenzero con crostini al burro e germogli

Antipasto o primo piatto? Boh, fate vobis…in base alla quantità potrebbe essere sia l’una che l’altra portata questa crema di zucca insaporita e resa piccane dallo zenzero che ho aggiunto sia in cottura che grattato in un secondo momento.

La preparazione è semplice e il piatto molto salutare 🙂 , magari ideale per depurarci dalle esagerazioni che sicuramente ci si è permessi durante le vacanze. Inoltre, con un paio di sostituzioni può diventare completamente vegano, basta sostituire le acciughe con semplice sale e il burro con l’olio extravergine.

Ingredienti per quattro persone: 

  1. 750 g di polpa di zucca gialla

  2. mezza cipolla bianca

  3. 2/3 filetti di acciuga

  4. 1 radice di zenzero

  5. germogli di porro o misti a piacimento

  6. 4 fette di pane in cassetta integrale

  7. 1 noce di burro

  8. sale

  9. pepe

  10. olio extra vergine di oliva

  11. un pizzico di sesamo nero


crema di zucca e zenzero

Tagliare a dadini la polpa della zucca, più piccoli sono meno tempo impiegheranno a cuocersi e disfarsi.

In un tegame alto soffriggere la mezza cipolla tritata e un paio di filetti di acciuga con un filo d’olio, aggiungere la zucca a pezzetti e tre fettine della radice di zenzero. Versare un paio di bicchieri di acqua calda e coprire. Lasciare cuocere per 40 minuti a fuoco basso. La polpa sarà già molto morbida e quindi pronta per essere frullata con il mini pimer fino ad ottenere una crema liscissima. Mentre si frulla grattare un po’ di zenzero. Aggiustare di sale.

Per preparare i crostini tagliare a cubetti le fette di pane integrale, scaldare in una padella un filo d’olio e la noce di burro. Aggiungere i crostini e un pizzico di sale. Continuando a mescolare finchè non sono ben tostati e dorati.

Servire la crema aggiungendo i crostini, il sesamo e i germogli oltre naturalmente ad un filo d’olio extravergine di oliva.

Il vino? Oggi gioco in casa e propongo in abbinamento un SoloUva Franciacorta Brut. Per due motivi. Innanzitutto ho ritenuto fosse la bottiglia di ideale per accompagnare la serata e poi perché mi sono accorta in questo momento (amici e colleghi sgridatemi pure) che nel blog, non l’ho mai utilizzato per alcun abbinamento. Sorry! Deh, è vero anche che come entrano in casa finiscono in un paio di nani secondo sia ad opera mia che degli avventori che frequentano la mia magione.

Rimedio con questa ricetta, dando inoltre qualche informazione in più sul vino che porta lo stesso nome del metodo di produzione con il quale viene realizzato.


voglio certo, in questo spazio, “perdermi” in questioni tecniche ma è’ importante che io sottolinei la differenza più sostanziale tra SoloUva (che vale anche per altri Franciacorta e spumanti prodotti con questo metodo) rispetto ad altri vini della stessa tipologia: il vino è realizzato, utilizzando in tutte le fasi di vinificazione, solo con gli zuccheri dell’uva stessa, senza l’aggiunta di zuccheri estranei (esogeni). Viene infatti utilizzato al posto dello zucchero il mosto.

La differenza nel bicchiere si sente, al naso ed in bocca. Un vino fresco, profumato, nel quale il frutto è una componente essenziale che emerge sorso dopo sorso.

Come scritto, lascio l’approfondimento del discorso, che è ben più ampio, tecnico e viscerale, ad un altro luogo virtuale e ad un altro momento. Per ora ricetta, vino e qualche nozione per sorprendere eventuali ospiti ci sono 🙂

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